Borgo dei Semplici: Diario di bordo

CAPITOLO PRIMO

Primavera-Estate 2011

La primavera è volata via rapida e frizzante ora è giunto S. Giovanni, e con esso l’estate, il Borgo è fiorito, l’alternanza del sole mattutino e delle pioggie pomeridiane di giugno ha sommerso nel verde le case. E quante tonalità differenti ha il verde, ogni pianta porta il suo colore e così come una sta affianco all’altra in un’armonia cromatica sottile e vera così ogni pianta nasce e cresce a fianco di quella a lei più congeniale, pare tutto causale ma non v’è nulla di più ordinato della natura, in essa ogni filo d’erba è al suo posto perché tutto quello che non è in ordine non sopravvive, così si perpetra la vita che cresce.

“La confusione è un’ordine non compreso”, i druidi lo sapevano bene questo, sapevano dell’esistenza di una “fisiognomica” della terra fatta di corrispondenze analogiche precise che andavano lette come simbolica, se, si volevano comprenderne la struttura e carpirne alcuni segreti. Oggi, la logica razionale ha relegato tutto questo nell’angolo misero della credenza lasciando il potere a una scienza empirico razionale che paradossalmente smentisce se stessa ogni giorno giustificandosi con la teoria dell’evoluzione, lo spirito non evolve lo spirito è, chissà se questo potrà essere ancora condiviso ed accettato…

I lavori alla biblioteca sono quasi terminati, al posto del fienile ora v’è un luogo dove s’è raccolta la conoscenza dei libri delle persone che con percorsi differenti sono comunque giunti qui. È bello mentre si riordinano questi diecimila volumi trovarne di doppi, ognuno di noi in momenti diversi aveva dello stesso libro letto e sottolineato parti differenti a significare che ognuno vede, sente, e comprende e conosce quello che è già dentro di lui, e che il passaggio verso lo sviluppo interiore è un risvegliare ciò che già è dentro di noi, ed ognuno porta qualcosa di unico, questa è la vera ricchezza, l’essere tutti differenti simili non uguali, la diversità porta alla crescita, alla vita, l’ omologazione spegne, uccide.

In cima al bosco vi è una radura naturale dove si è deciso di montare una Yurta, questo diventerà il luogo di meditazione, è aperto verso occidente ed al tramonto una splendida luce rende tutta la vista luminescente. La terra rocciosa ed argillosa è calda, emana un calore benefico, se ti sdrai su di essa dopo poco senti questo tepore entrarti nelle ossa e ristorarti.

La notte del diciotto giugno giorno del mio nuovo compleanno, compio 14 mesi della seconda vita concessa, siamo tutti sdraiati a guardare il cielo, il grande carro svetta sulla nostra perpendicolare, un vento caldo da sud che qui chiamano “garbino” a folate piega le chiome più alte, ad un certo punto una bellissima stella cadente a sud ovest scende infiammandosi con una scia lunghissima, non ne ho mai viste di così belle, l’ho considerata come un segno di buon auspicio, faccio i conti sono 426 i giorni trascorsi dalla rinascita, lo riporto nel 360 è il sesto grado gemelli, le chiedo se si ricorda la ghematria corrispondente, così mi rimanda al testo del suo nuovo libro di kabala “Ghematrie Eretiche”:

“…Questo grado ripropone il concetto di reincarnazione intesa come  transizione in un mondo in cui lo spirito dorme guardando panorami, la bellezza della vita. Tutto ciò che può fare in questa fase è seguire i comandamenti…

L’essere che passa dalla potenza all’atto: l’essere manifestato. La facoltà generativa, la forza plastica. Una colomba. Limo, argilla, terra bianca…“

OM TAT SAT

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