L’Universo come Dimora

PROLOGO – LOS ANGELES 1904 – …MEDITANDO SU UNA FOTOGRAFIA…

“È festa, probabilmente è una domenica. Il tram è fermo sulla linea ed aspetta. Il conducente è sceso. I tram non si fermano sulla linea se non quando si rompono, perché i tram non si fermano ad aspettare, essi sono fatti per congiungere due fermate, in un tempo prefissato da una tabella di marcia. C’è sempre qualcuno che aspetta il tram lungo il suo percorso circolare, sempre lo stesso percorso, ogni giorno, la stessa linea.

Il tram è nero e austero, non vive di vita propria, ha bisogno di una struttura per esistere, dei suoi pali bianchi della rete elettrica che si ergono come emergenze nel paesaggio piatto e brullo. Il tram è una macchina guidata da un uomo che ogni giorno gli fa compiere gli stessi gesti compiendo egli stesso per primo gli stessi gesti. Fermarsi a metà strada tra una fermata e quella successiva è un’avaria, è un’eccezione è un pericolo. Un altro tram, il successivo segnato in tabella, sta sicuramente giungendo sugli stessi binari e potrebbe raggiungerlo e allora sarebbe un guaio, i tram non si sorpassano mai.

Ma qui il tempo pare sospeso e le persone scese, camminano su un prato fiorito, si allontanano, tutte elegantemente fuori posto, con i loro vestiti non adatti alla campagna. Alcune si sono piegate verso la terra per cogliere i fiori come in un segno di riverenza verso la terra. Da quanto, non si ha più tempo per raccogliere dei fiori?

Ed ecco:  “BAM”, l’assordante botto di un lampo di luce di magnesio li riporta al presente, il tempo è scaduto, la foto fatta, ora che tutti resteranno impressi su una lastra emulsiono-grafica, senza più muoversi, e giungendo fino a noi, beh… adesso è ora di andare di rimettersi in moto, il tempo è finito.

Quel gran mazzo di fiori, in mano all’uomo nascosto dal cappello, appassirà, ma noi questo non lo vedremo, noi ricorderemo solo il momento prima. Tutto ciò è finzione, la vita nella lastra è finzione, la vita elettrica del tram è finzione, l’essere lì è finzione, il ricordarsi di raccogliere i fiori recita.

Noi non sentiremo mai il profumo di quei fiori come non sapremo mai ciò che realmente accade in quel giorno cosicché quel tram si fermò in mezzo a un prato. A noi resterà solo un’immagine, questa immagine, ed essa evocherà in ognuno dei suoi osservatori futuri, un sentire differente, soggettivo, ma di loro non sapremo nulla, non conosceremo nulla, essi saranno dimenticati ancor prima d’essere rammentati, perché essi saranno solo uno sfondo, la quinta di un futuro prossimo che non si svela, che non giunge, e però la vita di quegli uomini è stata comunque vissuta, è stata sentita. Troppo facilmente di fronte alla finzione ci dimentichiamo che in ognuno di loro scorreva un sangue caldo. La vita vera non vive nella finzione della mente.”

https://www.youtube.com/watch?v=1a5cx9Ug2IM

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